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Alcuni progetti

In questa pagina sono elencati alcuni dei progetti che ho ideato e curato negli ultimi anni e alcuni dei progetti artistici e critici a cui ho partecipato come drammaturga o teorica.

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Foto di Santiago Sepulveda (2014)

2021

Feminismos Antipatriarcales and Poetic Disobedience

9 e 10 Giugno via Zoom

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Femimismo antipatriarcales: Lukas Avendaño, photo by Edith Morales

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    Questo libro, e l'idea di foreplay che ne è alla base, è nato dall' incontro tra due linee di ricerca che hanno costellato il mio lavoro nell'ultimo decennio, procedendo simultaneamente e progressivamente intrecciandosi: un'indagine storica sulla storia della performance nella New York degli anni Sessanta e un'indagine teorica sulle modalità del lavoro performativo nel capitalismo contemporaneo. Con la categoria di ‘foreplay’ mi riferisco a una peculiare modalità di stare insieme e lavorare nelle arti performative, che riconosco come distintiva di un gruppo di artist* attiv* nella scena newyorkese degli anni Sessanta, tra cui Ellen Stewart, John Vaccaro, Ruby Lynn Reyner, Jackie Curtis, Andy Warhol, Tom Eyen, Jack Smith, Penny Arcade. Attraverso una disamina dei materiali d’archivio e una riflessione teorica su questa scena, il libro propone una discussione di peculiari forme di produzione, riproduzione e consumo elaborate nella scena newyorkese degli anni Sessanta, (in termini di esperimenti artistici e performance sociali) leggendole in termini di ‘lavoro d'amore’. Al contempo, il libro riflette su come tale ‘lavoro d’amore’ funzioni, nella scena in questione così come nell’economia delle arti performative contemporanee, da un lato come condizione di eterna "preliminarietà" rispetto il lavoro professionale, e dall’altro come forza di resistenza all'interno dell'economia produttiva, come preludio in cui il valore non è ancora conferito al lavoro. Il libro propone che queste forme della creazione artistica possano essere considerate sia come forme paradigmatiche di lavoro precario che come forme marginali di resistenza alle idee di produttività e professionalità su cui si fonda l’economia capitalista.

Feminismo antipatrircales and Poetic Disodedience è un progetto di ricerca internazionale, parte del research cluster Queer Feminist Currents. Concepito come un'esplorazione collettiva di gesti, tecniche, posture e incantesimi che affermano attivamente la resistenza femminista contro il patriarcato e il colonialismo estrattivo, il progetto è culminato in un evento finale ispirato a pratiche di conoscenza e creazione artistica sviluppate da artist* contemporane* latinoamerican*.

2019

Domestics Against Domestication

London, UK, Giugno 2019

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Giornata di studio organizzata dall'Università di Roehampton, Dipartimento di Drama, Theatre and Performance e dall'Università di Coventry, Centro for Postdigital Cultures. Organizzato da Valeria Graziano e Giulia Palladini 

Con i contributi di: Valeria Graziano | Bettina Knaup | Giulia Palladini | Ella Parry-Davis | Eleanor Roberts | Kim Trogal | Ana Vilenica.
 

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    Questo libro, e l'idea di foreplay che ne è alla base, è nato dall' incontro tra due linee di ricerca che hanno costellato il mio lavoro nell'ultimo decennio, procedendo simultaneamente e progressivamente intrecciandosi: un'indagine storica sulla storia della performance nella New York degli anni Sessanta e un'indagine teorica sulle modalità del lavoro performativo nel capitalismo contemporaneo. Con la categoria di ‘foreplay’ mi riferisco a una peculiare modalità di stare insieme e lavorare nelle arti performative, che riconosco come distintiva di un gruppo di artist* attiv* nella scena newyorkese degli anni Sessanta, tra cui Ellen Stewart, John Vaccaro, Ruby Lynn Reyner, Jackie Curtis, Andy Warhol, Tom Eyen, Jack Smith, Penny Arcade. Attraverso una disamina dei materiali d’archivio e una riflessione teorica su questa scena, il libro propone una discussione di peculiari forme di produzione, riproduzione e consumo elaborate nella scena newyorkese degli anni Sessanta, (in termini di esperimenti artistici e performance sociali) leggendole in termini di ‘lavoro d'amore’. Al contempo, il libro riflette su come tale ‘lavoro d’amore’ funzioni, nella scena in questione così come nell’economia delle arti performative contemporanee, da un lato come condizione di eterna "preliminarietà" rispetto il lavoro professionale, e dall’altro come forza di resistenza all'interno dell'economia produttiva, come preludio in cui il valore non è ancora conferito al lavoro. Il libro propone che queste forme della creazione artistica possano essere considerate sia come forme paradigmatiche di lavoro precario che come forme marginali di resistenza alle idee di produttività e professionalità su cui si fonda l’economia capitalista.

Il punto di partenza di questo progetto è l'incontro tra l'idea di  "domestica" che emerge dal mio lavoro (suggerendo che l'insieme delle attività associate all'organizzazione, alla manutenzione e all'abitare una casa costituisce una categoria a sé stante, che non è un dato di fatto, ma un campo di lotta e di immaginazione) e la riflessione critica sulla domesticazione tecnologica, centrale nel lavoro di ricerca di Valeria Graziano. Se la domesticazione tecnologica ha funzionato come quadro di riferimento per comprendere come la modernità industriale abbia plasmato la vita domestica, è giunto il momento di rimettere in discussione le demarcazioni di ciò che questo comporta oggi, sia in termini di divisione di genere, di classe e di razza nel lavoro domestico, sia in termini di ripensamento dei mezzi tecnologici di riproduzione sociale.

2014

The Labor and Leisure of Performance

Luglio 2014 | Speicher, Waagegasse 2, Erfurt

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Workshop interdisciplinare organizzato da Giulia Palladini e Ilka Saal

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    Questo libro, e l'idea di foreplay che ne è alla base, è nato dall' incontro tra due linee di ricerca che hanno costellato il mio lavoro nell'ultimo decennio, procedendo simultaneamente e progressivamente intrecciandosi: un'indagine storica sulla storia della performance nella New York degli anni Sessanta e un'indagine teorica sulle modalità del lavoro performativo nel capitalismo contemporaneo. Con la categoria di ‘foreplay’ mi riferisco a una peculiare modalità di stare insieme e lavorare nelle arti performative, che riconosco come distintiva di un gruppo di artist* attiv* nella scena newyorkese degli anni Sessanta, tra cui Ellen Stewart, John Vaccaro, Ruby Lynn Reyner, Jackie Curtis, Andy Warhol, Tom Eyen, Jack Smith, Penny Arcade. Attraverso una disamina dei materiali d’archivio e una riflessione teorica su questa scena, il libro propone una discussione di peculiari forme di produzione, riproduzione e consumo elaborate nella scena newyorkese degli anni Sessanta, (in termini di esperimenti artistici e performance sociali) leggendole in termini di ‘lavoro d'amore’. Al contempo, il libro riflette su come tale ‘lavoro d’amore’ funzioni, nella scena in questione così come nell’economia delle arti performative contemporanee, da un lato come condizione di eterna "preliminarietà" rispetto il lavoro professionale, e dall’altro come forza di resistenza all'interno dell'economia produttiva, come preludio in cui il valore non è ancora conferito al lavoro. Il libro propone che queste forme della creazione artistica possano essere considerate sia come forme paradigmatiche di lavoro precario che come forme marginali di resistenza alle idee di produttività e professionalità su cui si fonda l’economia capitalista.

Il workshop esaminava un fenomeno integrante, ma sottovalutato, dell'industria culturale odierna: il lavoro "gratuito" che professionist* e dilettanti delle arti dello spettacolo svolgono durante il loro tempo "libero", nella speranza di una futura convalida.

2010

Affective Archives

Vercelli/Torino, Novembre 2010

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Archivi affettivi: Collage di canecapovolto (2010)

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    Questo libro, e l'idea di foreplay che ne è alla base, è nato dall' incontro tra due linee di ricerca che hanno costellato il mio lavoro nell'ultimo decennio, procedendo simultaneamente e progressivamente intrecciandosi: un'indagine storica sulla storia della performance nella New York degli anni Sessanta e un'indagine teorica sulle modalità del lavoro performativo nel capitalismo contemporaneo. Con la categoria di ‘foreplay’ mi riferisco a una peculiare modalità di stare insieme e lavorare nelle arti performative, che riconosco come distintiva di un gruppo di artist* attiv* nella scena newyorkese degli anni Sessanta, tra cui Ellen Stewart, John Vaccaro, Ruby Lynn Reyner, Jackie Curtis, Andy Warhol, Tom Eyen, Jack Smith, Penny Arcade. Attraverso una disamina dei materiali d’archivio e una riflessione teorica su questa scena, il libro propone una discussione di peculiari forme di produzione, riproduzione e consumo elaborate nella scena newyorkese degli anni Sessanta, (in termini di esperimenti artistici e performance sociali) leggendole in termini di ‘lavoro d'amore’. Al contempo, il libro riflette su come tale ‘lavoro d’amore’ funzioni, nella scena in questione così come nell’economia delle arti performative contemporanee, da un lato come condizione di eterna "preliminarietà" rispetto il lavoro professionale, e dall’altro come forza di resistenza all'interno dell'economia produttiva, come preludio in cui il valore non è ancora conferito al lavoro. Il libro propone che queste forme della creazione artistica possano essere considerate sia come forme paradigmatiche di lavoro precario che come forme marginali di resistenza alle idee di produttività e professionalità su cui si fonda l’economia capitalista.

(PSI #01 Italia research cluster, novembre 2010) A cura di Giulia Palladini, Marco Pustianaz e Annalisa Sacchi

Archivi affettivi / Affective archives è stata una conferenza internazionale e un evento artistico, ospitato dall'Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" (Vercelli, Italia) e sponsorizzato da Performance Studies international (PSi), la più grande associazione internazionale nel campo degli studi sulla performance. Archivi affettivi è stato il primo evento di performance studies organizzato in Italia.

Alcuni progetti/Collaborazioni

2020

Collaborazione con la coreografa Emma Murray al progetto “A Live Annotated Encounter with my Archive” i nell'ambito della residenza  "Digital and Distanced Dance Potentialities Residency", ospitata da Movement Art Practice (Christchurch, Nuova Zelanda) (progetto selezionato nel 2020 Research Exchange, sponsorizzato da Creative New Zealand e Rātā Foundation).

2019

Consulenza drammaturgica a Tara Fathei Irani per il progetto performativo Mishandled Archive.

2017

Consulenza drammaturgica a Mapa Teatro per lo spettacolo La Despedida.

2015

Teorica ospite invitata nel progetto “Studio 13. Let’s talk about work (and life)”, a cura di Silke Bake e Jacopo Lanteri, Tanzfabrik, Berlino, Germania, 25 marzo.

2013

Partecipazione come teorica a “Taking Time Together”,progetto di ricerca artistica curato da Nora Sternfeld e Teemu Maaki, Aalto University - Galleria Augusta, Helsinki, Finlandia, 8-22 aprile. Durante questo progetto ho scritto il Manifesto per la Disobbedienza Poliorgasmica.

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